Un fallimento radioattivo. La Germania dovrebbe iniziare verso la fine di quest’anno le procedure per rimuovere 126.000 fusti di scorie nucleari (al 90% provenienti da centrali atomiche) sepolte negli Anni 60 e 70 ad Asse II, una miniera di salgemma in disuso.
Il luogo sembrava super sicuro, l’idea all’avanguardia. Ma due anni fa si è scoperto che nella miniera cola acqua. Che è diventata radioattiva. E perdipiù la miniera stessa è instabile. Bucata come un groviera.
Asse si trova in Bassa Sassonia. I rifiuti radioattivi sono stati stoccati nelle profondità dell’ex miniera fra il 1967 e il 1979. La gran parte è a bassa radioattività, e considerata poco pericolosa. Però 300 fusti circa contengono materiale a media attività.
La rimozione è difficile e pericolosa. Inoltre mai, in passato, si è effettuata una cosa del genere.
La notizia che le operazioni inizieranno (se tutto va bene) alla fine di quest’anno viene da National Geographic, che ha dedicato alla miniera un servizio con bellissime foto. Alcune vecchie di 30 o 40 anni, e scattate l’ultima volta che un essere umano ha messo piede laggiù.
Usare l’ex miniera di salgemma per le scorie radioattive sembrava una grande idea: il deposito di sale si è formato quando al posto della Germania c’era il mare, ed è rimasto lì, fermo immobile, fino ad ora. E perdipiù all’asciutto: qualsiasi infiltrazione d’acqua lo avrebbe sciolto.
La situazione sembrava destinata a durare più o meno per omina saecula saeculorum. E invece…
La “diagnosi” sulle condizioni della miniera di Asse è stata resa pubblica all’inizio del’anno da BFS, l’autorità tedesca per la sorveglianza sui rifiuti nucleari, che ha anche prescritto la rimozione dei rifiuti.
Da diversi anni le pareti della miniera si sono crepate, consentendo all’acqua di infiltrarsi: circa 120.000 litri all’anno. Alcuni bidoni, non si sa nè quali nè dove, sono crepati anch’essi.
Il risultato è che l’acqua della miniera è stata ufficialmente dichiarata radioattiva nel 2008. Viene continuamente pompata nella parte più bassa di Asse. Si teme che la miniera ceda e si inondi completamente.
Alla fine di quest’anno o all’inizio del 2011, scrive National Geographic, si cominceranno ad esplorare le camere di stoccaggio dei rifiuti, dopo aver accertato che non contengono gas tossici o esplosivi. Un lavoro pericoloso, che si prevede di affidare a robot comandati a distanza.
Se tutto va bene, ci vorranno vent’anni per rimuovere i fusti dall’ex miniera. Bisognerà portarli in un luogo tale da rimanere chiuso e sigillato più o meno per omnia saecula saecolorum. E non lo si è ancora individuato.