L’inceneritore di Acerra è fermo. Doveva inghiottire la monnezza di Napoli: in assenza di una decente raccolta differenziata e in assenza soprattutto di una politica di riduzione dei rifiuti, la perpetua emergenza potrebbe nuovamente palesarsi attraverso i rifiuti accumulati nelle strade. Finchè l’inceneritore ha funzionato, oltretutto, c’è stato il problema del Pm10, le famigerate polveri sottili. Nella zona del Pantano hanno sforato i limiti consentiti in ben 250 giorni su 500, secondi i dati Arpac. Il limite è di 35 sforamenti annuali.
Il Corriere del Mezzogiorno parla di due delle tre linee di incenerimento dei rifiuti ferme, ufficialmente per manutenzione programmata anche se nessuno spiega il motivo per cui è stato necessario bloccarle contemporaneamente. Una linea richiederebbe interventi eseguibili in qualche giorno, l’altra è in prognosi riservata, nel senso che non si sa quando potrà tornare in funzione.
Secondo il consigliere provinciale Tommaso Sodano (Federazione della Sinistra), ripreso on line da Stabia Channel, in realtà da ieri anche la terza linea è ferma, l’impianto è praticamente inutilizzabile e i problemi delle prime due linee sono legate a “danni di natura strutturale alle caldaie” “Un simile quadro fa emergere tutti i dubbi da anni sollevati sulla bontà dell’impianto, che assomiglia sempre più ad un vecchio catorcio, nonostante sia in funzione da appena un anno”, afferma ancora Sodano.
L’inceneritore di Acerra è nato per bruciare 1000 tonnellate di immondizia al giorno: non resta che la discarica. La Regione vorrebbe ampliare la discarica di Chiaiano in attesa (tre anni almeno) che entrino in funzione altri due inceneritori.
Ufficialmente l’emergenza rifiuti a Napoli è finita nove mesi fa. Le attribuisco il merito di dimostrare quotidianamente che il problema dei rifiuti non si risolve a base di discariche ed inceneritori.