In Italia il condono edilizio è come il Papa. Morto uno, se ne fa subito un altro.
Infatti, checchè abbia dichiarato e giurato il Governo, il condono è presente all’interno della manovra finanziaria ora all’esame del Senato.
Ma gli emendamenti che lo prevedevano non erano stati ritirati? Sì, ma se n’è salvato uno, a firma del senatore Paolo Tancredi, Pdl.
Lo stesso Tancredi aveva presentato l’emendamento che prevedeva un condono generalizzato. Poi ha dichiarato di aver firmato “per errore” e il condono (quel condono) è stato cassato durante la scrematura operata dalla maggioranza. Ma qualcosa è rimasto.
L’emendamento in questione è il numero 19.43 del ddl 2228, noto come manovra economica e il cui titolo burocraticamente recita: “misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”.
Chiede che gli immobili abusivi, diventati di proprietà del Comune, possano essere venduti all’asta. Anzichè abbattuti.
E non solo. Al responsabile dell’abuso è assegnato il diritto di prelazione. Significa che, chiunque abbia vinto l’asta, egli potrà scavalcarlo e far suo l’immobile pagando al Comune la stessa cifra.
Il vocabolo “condono” non compare nell’emendamento. Ma il succo è quello, anche se la strada è un po’ più fantasiosa. L’importante, come sempre, è arrivare.