Oggi, sabato primo maggio, comincia la raccolta di firme per il referendum richiesto da Italia dei Valori contro il ritorno al nucleare.
Personalmente, avrei preferito il referendum contro il nucleare promosso dal comitato di associazioni che aveva tentato di coagularsi on line. Ma dal febbraio scorso è tutto fermo, compresa la pagina Facebook dell’iniziativa. E allora…
Il Wwf Italia invita a firmare per il referendum contro il nucleare, pur specificando che avrebbe preferito se l’iniziativa fosse venuta dalla società civile anzichè da un partito politico. Greenpeace Italia non si è ancora pronunciata.
Invita ad andare a firmare anche Legambiente. Ha paura però che venga a mancare il quorum dei votanti e che il referendum abbia un effetto boomerang. Contrario invece il Pd, per bocca del senatore Realacci: teme, dice, che venga a mancare il quorum e che il fallito referendum legittimi il nucleare.
Io però non posso fare a meno di pensare a una cosa: nel programma che il Pd ha presentato alle ultime elezioni politiche non c’era scritto “no al nucleare”.
Per quel che mi riguarda, andrò a cercare il banchetto per firmare. I reattori EPR che si vogliono costruire in Italia sono stati criticati all’estero dalle autorità per la sicurezza, costano un’enorme quantità di denaro, faranno rincarare la bolletta dell’energia elettrica.
Le centrali nucleari sono pericolose per la salute anche quando funzionano bene. E se qualcosa dovesse andar male, non ci voglio neanche pensare.
talia dei Valori raccoglie le firme anche per i referendum contro il legittimo impedimento e contro la privatizzazione dell’acqua. E’ in corso dal 25 aprile la raccolta firme per un altro referendum contro la privatizzazione dell’acqua. In cosa consiste la differenza?
L’ “altro” referendum contro la privatizzazione dell’acqua, intitolato “L’acqua non si vende”, è organizzato da moltissime associazioni e movimenti. Mira a cancellare tutte le norme che consentono di trarre profitto dall’acqua.
Il referendum di Italia dei Valori contro la privatizzazione dell’acqua, invece, permetterebbe l’esistenza di società miste pubblico-privato e la remunerazione attraverso le bollette.