Il Governo ha posto la fiducia, la privatizzazione dell’acqua sarà approvata, pare proprio, oggi pomeriggio.
Dicono che la privatizzazione è imposta dall’Unione Europea. Balle. Tant’è che Parigi ha appena deciso di procedere alla ri-municipalizzazione dell’acqua.
Per chi volesse provare a mantenere pubblica l’acqua almeno nel suo Comune, ci sono le soluzioni proposte da padre Alex Zanotelli e da Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano. Ma andiamo con ordine.
La privatizzazione dell’acqua è contenuta nel decreto che assegna ai privati i “servizi locali di rilevanza economica”. Essi non potranno più essere gestiti da municipalizzate a prevalente capitale pubblico, come avvenuto finora.
Con la privatizzazione si perderà il controllo su un bene comune e fondamentale per la vita. Presumibilmente poi i prezzi aumenteranno e la gestione non migliorerà.
Così è avvenuto a Parigi, dove la privatizzazione fu avviata nel 1984: dopo aver constatato un’espansione enorme dei costi e che il livello dei servizi non è affatto migliorato, il Comune di Parigi ha deciso di procedere alla ri-municipalizzazione dell’intero servizio idrico che sarà effettiva dal 1° gennaio 2010.
Parigi ha stimato così un risparmio di 30 milioni di euro l’anno che verranno reinvestiti per migliorare la rete idrica e per stabilizzare il prezzo dell’acqua fino al 2014. In Francia l’acqua è già tornata pubblica a Grenoble e Cherbourg; altre città come Tolosa e Lione stanno valutando.
Padre Alex Zanotelli, dal quale è partita la battaglia purtroppo vana perchè l’acqua italiana restasse pubblica, suggerisce ora alle Regioni di impugnare la costituzionalità del la privatizzazione (la Puglia l’ha già fatto) e di varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.
I Comuni, suggerisce ancora Zanotelli, possono aggirare la privatizzazione dichiarando l’acqua un bene privo di rilevanza economica e scegliendo un’Azienda pubblica speciale per la gestione delle proprie acque.
Da Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano, viene un esempio concreto dei passi che si possono muovere in questa direzione.
Sul suo blog è pubblicato il testo della delibera che sarà sottoposta all’approvazione del Consiglio comunale per dichiarare l’acqua un bene comune e un diritto inviolabile, e per definire il servizio idrico come un servizio pubblico privo di rilevanza economica.